PROGRAMMA DELLE CELEBRAZIONI 2025
- ore 10.00 in via Rimembranze – strada d’accesso al cimitero di Tradate – momento istituzionale di commemorazione con l’inaugurazione della “Panchina Tricolore” posata in memoria dei Martiri delle Foibe e degli Esuli istriani, giuliani e dalmati, intitolata a Norma Cossetto, giovane studentessa italiana di origine istriana catturata nel 1943 da alcuni partigiani jugoslavi, torturata e uccisa presso la foiba di Villa Surani, insignita ad memoriam nel 2005 della Medaglia d’Oro al Merito Civile dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Alla cerimonia interverrà anche una delegazione del Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze di Tradate.
- Alle ore 18.30, presso la Chiesa Prepositurale di S. Stefano verrà celebrata una S. Messa in memoria dei Martiri delle Foibe e degli Esuli istriani, giuliani e dalmati.
Il 10 febbraio di ogni anno in Italia si celebra la giornata in cui si ricordano le vittime delle foibe e l’esodo istriano-giuliano-dalmata, una ricorrenza istituita con la Legge n. 92 del 2004.
Tale Legge recita: “La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale «Giorno del Ricordo» al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
L’Amministrazione Comunale di Tradate desidera commemorare questa tragedia nazionale, troppo a lungo e colpevolmente dimenticata, nello spirito delle sagge parole pronunciate dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia ufficiale di commemorazione tenutasi nel febbraio 2021:
“Le sofferenze, i lutti, lo sradicamento, l’esodo a cui furono costrette decine di migliaia di famiglie nelle aree del confine orientale, dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate, sono iscritti con segno indelebile nella storia della tragedia della Seconda Guerra Mondiale e delle sue conseguenze”.
“I crimini contro l’umanità scatenati in quel conflitto non si esaurirono con la liberazione dal nazifascismo, ma proseguirono nella persecuzione e nelle violenze, perpetrate da un altro regime autoritario, quello comunista”.
“Le sofferenze patite non possono essere negate. Il futuro è affidato alla capacità di evitare che il dolore si trasformi in risentimento e questo in odio, tale da impedire alle nuove generazioni di ricostruire una convivenza fatta di rispetto reciproco e di collaborazione”.